Elettricità

Luce

sento


calda

mi colora

gli occhi.


Sono invisibile e nuda




coperta di raggi

a mezzogiorno.


Mi scotto

quando la luna

avvolge

i piccoli pensieri

affamati.


Luce accesa


tra le mie palpebre

serrate


e la notte.

(31 marzo 2011)

E adesso spogliati

Spogliati


hai sussurrato


togli tutto

adesso

spogliati

per me.


Togliti

il ricordo

di quell'estate maledetta.

Toglilo.

Veloce.


Togli

lenta

dalle tue braccia

le impronte

delle dita

di chi ti ha accarezzato

prima di me.


Spoglia

i tuoi sogni

spogliali.


Nudo

il tuo passato

al freddo

fallo morire di.


Toglitelo

dalla mente

il suono

della suo voce.


Spogliati

e vieni qui.

(29 marzo 2011)

Delirio notturno

Mi diceva

senza parlare

una sconosciuta

cara amica

tu

dolcezza

dovresti piangere

e non ridere

quando sei triste.

Dovresti

non mentire

quando

hai la verità

tra le mani.

Dovresti

anche

sapere

che quando parli

quello che dici

se puttani quegli occhi

e quelle labbra

e se ti tocchi la spalla destra

se la accarezzi

ecco

quello che dici

non si sente.


Mi leggeva la mano

un mercante

in cielo

anni e anni fa.


Sei mille strade

tutte uguali.

(27 marzo 2011)

pianeta Terra

Groenlandia

il mio cuore


po- po-po-po polaretto

artico

il mio cervello


come un Nilo

si diramano vene


e quel ramo del lago di Como

sorge a mezzogiorno

tra le mie gambe


due catene

non interrotte


mi scuotono

brividi

convulsioni


faglie



Resta

- è tutto in equilibrio -

congelato


non ci sono più le tue gambe

per i miei piedi

né le tue mani


l'Antartide

a Sud.

(27 marzo 2011)

Io

Di umano

non ho più niente

sono cristallo opaco

di carne

sono

mura

invalicabili

e impenetrabili

le mie braccia aperte

vuote.

Solo le parole

neanche scritte

vivono

solo le parole

non hanno calligrafia

non hanno carta

non hanno odore

non hanno indirizzo

solo le parole

restano

al posto

del mio respiro

affannato

ormai

smorzato.


Sono un frutto acerbo

non più maturo


ma fracico.

(26 marzo 2011)

Sovraffollamento

A letto

con me


per una notte di passione



porto

adesso


nude


le mie ossa rotte


le costole

che scazzottano

con i polmoni

contratti


la febbre


le labbra secche e screpolate


il naso rosso e gocciolante


la schiena a pezzi


e gobba


la  borsa di acqua calda




e una tachipirina.



Un'orgia, praticamente.

(24 marzo 2011)

Anello

Sei splendida

mi dicono

tutti

mentre

si allontanano.

Sei adorabile

mi dicono

tutti

mentre

si allontanano.

E poi

sei molto intelligente

sei colta

sei geniale

sei affascinante

sei femmina

sei il mio amore eterno

sei sei sei sei

dicono

tutti

mentre

si allontanano.


Sono

un essere

brillante.


Il più prezioso


è sempre






un solitario.

(23 marzo 2011)

Cambio di prospettiva

Sono stati almeno

cento

i nostri

e vissero felici e contenti.


Ogni volta che

dopo le tante nostre fini

eravamo di nuovo

voce

e poi

corpi incastrati.


Magari

fossimo stati

favola

o

film.



Avevo un vuoto

fino a ieri


oggi è uno spazio.

(22 marzo 2011)

Come una luce

C'è molta notte, fuori.
C'è come un sole
dentro
che insiste.
C'è come una luce.

Ci sono.
Non so dove.
Ma da qualche parte
dentro di me
dovrei esserci.

E c'è come una luce.

(19 marzo 2011)

Sabato

Del

sabato sera

la febbre


vorrei sapere

dove


dov'è andata?


Avevo la coscia stretta

nel jersey nero

che


- la musica ci muoveva -


a tratti

sfiorava

nel jeans

la tua.


Mi alzavi i capelli

dietro la nuca

attirandomi a te


e io mi voltavo.


Era notte

e sabato

e febbre


anche di lunedì

dopo pranzo


prima


- poco -


di fare l'amore.

(19 marzo 2011)

Lulù (delizia aquilana)

Non mi fai dormire

la notte


non mi fai dormire


gli altri ti avranno

ma di giorno


di notte no


e all'alba



mia


sei mia


nasci da me


dalle mie mani


morbida


montata


da leccare

godere


sei mia


Lulù.

(19 marzo 2011)

La bandiera italiana

Rosse

le mie guance

lo smalto sulle unghie dei miei piedi


le mie mestruazioni vive

questa mattina, dopo l'attesa


la mia serena ira funesta.




Verdi

non sono i miei occhi


verdi

le persiane che aprivo su Roma

fino a ieri

o poco più


verde il passato agrodolce

speranza e bile.



Bianco

è il riso


lesso, solo due gocce d'olio e limone


per il disappunto

delle mie

nobili budella.


(17 marzo 2011)

Condizioni meteo

Ci sono giorni che non sai

se il vento diventerà calma

o bora.

Non sai se la pioggia

finirà

per asciugarsi

insieme alla nuvola

leccata come panna

dal sole

oppure

se la grandine

o magari la neve.

Non sai se il sole


oscurarsi piano

oppure

in un attimo.


Ci sono giorni

come oggi


un cielo arido.

(15 marzo 2011)

Silenziata

Parla

il silenzio.

Dice molto

anche il niente

dice

il silenzio

quando

zitto

parla.

Stanno zitte

le mie mani.

Stanno zitti

i miei occhi.

Nessuna poesia

nessun fulmine.

Sta zitta

la vecchia speranza

tace

e ascolta

attenta

il battito ritmico

forse sì

o

forse no

di un cuore

il mio

spaesato

in casa propria.

(13 marzo 2011)

Love story

Ho provato

a cercare piacere

ovunque.

Donne

non sai quanti ti amo

quanti per sempre

quanti con te ho imparato a fare l'amore.

Uomini

ho aperto le gambe

ho implorato dolore

e piacere.

Non bastava mai. Mai.

Mattina. Sera. Non bastava mai.


Poi, amore mio.

Tu.

I tuoi riccioli neri.

Tu. A spingere per ore.

Tu.

Il tuo sesso a sgozzarmi.

Sangue.

Poi.

Poi mi hai detto fallo tu. Entra dentro di me.

No.

Donnina, mi hai chiamato.

La sfida.

D'amore.


Ho tagliato. Morso. Ho divorato dalle tue labbra il tuo grido di dolore, l'ultimo. Era il tuo ti amo, lo so.


Ti ho cullato


ho cullato ogni tuo pezzo sparso




e ho usato il tuo abile dito indice


il destro


una volta ancora.

(13 marzo 2011)

Honshu

Sono

in primavera

i ciliegi in fiore.


Dei petali

è il rosa

appena


quasi bianco.


L'acqua è vortice che inghiotte

e poi è muro

che schiaccia.


La terra

è bocca vorace

e denti

aguzzi

che masticano

humus.


Dai rami

scossi


neve di seta


vola

si posa


copre.

(11 marzo 2011)

Indovina chi viene a cena?

Una

piccolina

e tutta tonda

sorrideva

timida.

Una

grassa

aspettava

di asciugare

al sole.

Una

salata

più delle altre

si vantava.

Una

amara

schermiva

la piccolina

quella che sorrideva

timida.

Una

dolce

sapeva

dell'amore

dei giorni

lontani

e perduti.

Una

secca

di fine e di stanchezza

agonizzava

un pò

di ossigeno

un pò

di idrogeno


vanamente.


Una cena d'addio




io

e

le mie

lacrime.

(9 marzo 2011)

Circo a tema su FaceWorld

Il circo

mi annoia.

Mi annoiano

i giocolieri.

I clown.

I trapezisti.

I funamboli.

Gli addestratori

che dicono amo

e poi tengono in gabbia.

Tutto quel trucco

unto

stucchevole se visto da vicino

fatto per abbagliare

da lontano


ribrezzo


e gli odori


sudore rancido di uomini e bestie.




I pop corn

poi

mi si ficcano tra i denti

e sono buoni solo caldi.

(8 marzo 2011)

Castagnole

Oro

di zucchero

sogni cubani

colori

di primavera estiva


poi la cannella

spezia di preghiere profane


era l'ultimo latte

ormai spoglio

raggrumato

sulle foglie


poi il profumo

dei pomeriggi golosi


prima del mercoledì

finito in cenere


penitente per la lingua


a sbattere vuota

sul palato amaro.

(8 marzo 2011)

L'Aquila (poesia bondiana)

"Ballo

della mattonella


Twist

urbano


Rock

acrobatico


Immota

manet?"

(2 marzo 2011)

Le mie tre note (divertissement)

Lasciavamo

socchiuse appena

le persiane



il sole

ci abbracciava

solo in parte.


Mi accarezzavi

lento


dopo


poi

scostavi il lenzuolo


le mie costole

tasti bianchi

che suonavi

piano

forte.


Accompagnavo

i tuoi tre accordi


cantandoli

piano

forte

solo per te


- chissà se sentivano, gli avventori del piccolo bar sotto casa -


si

la

do.


La do,

si.

(2 marzo 2011)

Castelli di sabbia

Tutte le stanze

prima di chiudere la porta

e riconsegnare le chiavi


entro

un'ultima volta.


Sono vuote, ormai

ma

le vedo

come sono state.


La stanza del mio cuore

quella dei pensieri

quella del sonno del sogno degli incubi dei risvegli a gola chiusa e di quelli incantati

quella degli inganni, la tua

quella delle mani unite e della paura, la nostra.


Mille volte indietro

guardo

prima di chiudermi quella porta alle spalle.



Come sabbia nelle formine

quando ero bambina, al mare


sei stato tutto


e un attimo dopo

forse il vento

forse un'onda

forse un piede distratto


nulla.

(1 marzo 2011)