Più o meno infinito

Quando i tuoi fianchi

mi accoglievano

e ritmici

il segno dell'infinito

mimavano 

sopra di me


erano ombre benevole

quelle che le tue spalle

gettavano sui miei occhi.


Mi frustavi
di gemiti.

Singhiozzavano

convulse

le tue cosce bianche.



18 aprile 2012