Cosa credi,
che basti un po' di silenzio
per stare zitti,
per non dire?
Credi che basti tacere
a me
per farlo anche a te?
Credi non ci siano più impronte - le tue -
su questi jeans che un giorno hai sfilato di fretta
su questa maglietta
che mia hai tolto un mattino
l'avevo appena indossata
- stoffa nera sul seno nudo -
e c'era il lago
a pochi passi da noi
io ero in piedi su una sedia - di paglia, fragile -
mi hai detto
"vestita sei troppo nuda".
Cosa credi
di fare
con quel tuo cuore
e quella tua vita,
cosa credi di fare,
tacendomi mentre
ti vivo dentro?
24 agosto 2011
(A Cesare Pavese, ai suoi deliri, alla sua tristezza definitiva)