Mi sveglio
che dormo ancora
sedata,
drogata,
pronta.
Ad uccidere
la vita
che soffoca
sotto il mio peso.
Guardo queste braccia
che vesto per l'ultima volta
erano quelle che tendevo verso mia madre
in cerca di rifugio
sono quelle che ho aperto
per accogliere
le mie due bambine
sono quelle che hanno abbracciato forte
quando hanno amato.
Guardo le mie gambe e i miei piedi
hanno camminato tanto
senza mai fare
un solo passo
avanti.
Guardo queste labbra ormai sterili e rabbiose
i miei occhi
vuoti
spenti
impazziti.
Non serve,
restare.
Non serve
avvelenare
con il mio respiro
l'aria
di questo spazio che non esiste più.
8 ottobre 2011